domenica 26 agosto 2012

Quale tempo libero?

Mi ritrovo a pensare che cosa significhi davvero per una madre il concetto di tempo libero. Si tratta del tempo che una madre riesce a ritagliarsi per sè, senza la presenza dei pargoli, oppure più in generale si tratta del tempo che non è necessario dedicare agli impegni lavorativi e che quindi può comprendere benissimo anche la presenza dei bambini?
Non è una domanda scontata. Prima di essere madre, quando lavoravo in ufficio, il tempo libero era solo ed esclusivamente il tempo che io non dedicavo al lavoro. Adesso, invece, mi accorgo che per me il concetto di tempo libero è nettamente cambiato: esso infatti, include anche il tempo di lavoro! Ossia il tempo libero, per me, è quello in cui non sono impegnata ad occuparmi in tutto e per tutto del mio bambino. Ossia, quando dorme, quando è all'asilo, quando è con qualcun altro. E io, durante questi momenti di "libertà", ci metto molto volentieri anche il lavoro. Devo precisare che il lavoro che faccio qui non lo considero ancora un vero e proprio lavoro, in quanto si tratta di poche ore alla settimana che io dedico all'insegnamento dell'italiano a studenti che, per mia fortuna, vengono a casa mia a fare lezione. Solitamente cerco di organizzare il tempo dedicato alle lezioni durante le ore in cui il mio bimbo è all'asilo o (udite udite) fa la nanna pomeridiana. Non sempre però riesco pienamente nell'intento e così a volte mi ritrovo a fare lezione con il pargolo nei paraggi, il che è davvero faticosissimo! Quindi, sono arrivata a considerare il tempo che riesco a dedicare alle lezioni in santa pace, tempo libero! Ossia il mio tempo, quello in cui posso e riesco a fare le cose che mi gratificano (fortunatamente questa attività mi piace molto), mentre mi ritrovo, a volte, a voler fuggire da situazioni -come ad esempio essere in spiaggia nel bel mezzo di un tentativo di far mangiare un gelato a mio figlio senza troppi pasticci - che al contrario, un tempo, immaginavo come il massimo della vita.
Ora, mi chiedo, sono io l'aliena che penso che, potessi tornare indietro alla mia condizione precedente, stare in ufficio con colleghi e capi stressanti, tra riuinioni perditempo e code in tangenziale per andarci, sia meglio che passare le giornate tra i capricci isterici dei figli? O almeno, una parte di esse?
Sinceramente, non credo. Qualcuna lo ha detto. Tutto sommato, andare in ufficio qualche ora al giorno aiuta a staccare la spina, a riprendere fiato, a riposizionarsi nel mondo.
Non voglio fare la nostalgica, di quelle che "si stava meglio quando si stava peggio"....ma adesso capisco perchè in fondo le donne, nonostante siano sottopagate, sottoccupate, con contratti atipici e debbano lottare con le unghie per quel poco loro concesso...insomma, nonstante tutto, capisco perchè vogliono continuare a lavorare!



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