domenica 26 agosto 2012

Presentami un blog - la bella inizitiva di Mammafelice

Salve a tutti!

Eccomi qui, arrivo un po' in ritardo in effetti. Ma è davvero poco che ho aperto questo blog e vorrei
comunque condividere con voi le mie impressioni.

Partecipo volentieri alla bella iniziativa di MammaFelice e così eccomi alle presentazioni:

Carta d'identità:  mi chiamo Monica, ho 36 anni e sono mamma di un bambino di due anni. Sono italiana ma vivo in Giappone da tre anni. Faccio principlamente la mamma e qui mi sono organizzata facendo un po' di lezioni di italiano.

Nome del blog: chefaticaesseremamma

Obiettivi del blog: per parlare dell'essere mamma, dei suoi lati belli e di quelli meno belli, per riflettere, per condividere, per fissare i miei tanti pensieri.

Un buon motivo per seguirmi:  perchè vivo all'estero e le mie avventure possono essere un po' diverse, e  perchè vorrei parlare con sincerità anche di temi a volte un po' scomodi sulla maternità.

Due post che vale la pena leggere:
Vi presento....per conoscermi meglio...
Quale tempo libero?            per aprire un dialogo su un tema interessante... 

Come seguirmi: qui, sul blog.

Indirizzo RSS feed: http://chefaticaesseremamma.blogspot.jp/



Quale tempo libero?

Mi ritrovo a pensare che cosa significhi davvero per una madre il concetto di tempo libero. Si tratta del tempo che una madre riesce a ritagliarsi per sè, senza la presenza dei pargoli, oppure più in generale si tratta del tempo che non è necessario dedicare agli impegni lavorativi e che quindi può comprendere benissimo anche la presenza dei bambini?
Non è una domanda scontata. Prima di essere madre, quando lavoravo in ufficio, il tempo libero era solo ed esclusivamente il tempo che io non dedicavo al lavoro. Adesso, invece, mi accorgo che per me il concetto di tempo libero è nettamente cambiato: esso infatti, include anche il tempo di lavoro! Ossia il tempo libero, per me, è quello in cui non sono impegnata ad occuparmi in tutto e per tutto del mio bambino. Ossia, quando dorme, quando è all'asilo, quando è con qualcun altro. E io, durante questi momenti di "libertà", ci metto molto volentieri anche il lavoro. Devo precisare che il lavoro che faccio qui non lo considero ancora un vero e proprio lavoro, in quanto si tratta di poche ore alla settimana che io dedico all'insegnamento dell'italiano a studenti che, per mia fortuna, vengono a casa mia a fare lezione. Solitamente cerco di organizzare il tempo dedicato alle lezioni durante le ore in cui il mio bimbo è all'asilo o (udite udite) fa la nanna pomeridiana. Non sempre però riesco pienamente nell'intento e così a volte mi ritrovo a fare lezione con il pargolo nei paraggi, il che è davvero faticosissimo! Quindi, sono arrivata a considerare il tempo che riesco a dedicare alle lezioni in santa pace, tempo libero! Ossia il mio tempo, quello in cui posso e riesco a fare le cose che mi gratificano (fortunatamente questa attività mi piace molto), mentre mi ritrovo, a volte, a voler fuggire da situazioni -come ad esempio essere in spiaggia nel bel mezzo di un tentativo di far mangiare un gelato a mio figlio senza troppi pasticci - che al contrario, un tempo, immaginavo come il massimo della vita.
Ora, mi chiedo, sono io l'aliena che penso che, potessi tornare indietro alla mia condizione precedente, stare in ufficio con colleghi e capi stressanti, tra riuinioni perditempo e code in tangenziale per andarci, sia meglio che passare le giornate tra i capricci isterici dei figli? O almeno, una parte di esse?
Sinceramente, non credo. Qualcuna lo ha detto. Tutto sommato, andare in ufficio qualche ora al giorno aiuta a staccare la spina, a riprendere fiato, a riposizionarsi nel mondo.
Non voglio fare la nostalgica, di quelle che "si stava meglio quando si stava peggio"....ma adesso capisco perchè in fondo le donne, nonostante siano sottopagate, sottoccupate, con contratti atipici e debbano lottare con le unghie per quel poco loro concesso...insomma, nonstante tutto, capisco perchè vogliono continuare a lavorare!



Creazioni culinarie di....







Ieri sera, Dolcefolletto (due anni e un mese)si è cimentato in queste creazioni dolciarie!
Ha fatto tutto da solo, senza che nessuno gli mostrasse nulla. Oltretutto io non ho mai preparato qualcosa di simile; evidentemente ha elaborato qualche idea presa da un video su internet...

Ad ogni modo, questa sua iniziativa mi ha molto sorpresa, e, inutile dirlo, mi ha riempito d'orgoglio!

(Chissà se prossimamente ci riserberà altre sorprese culinarie.....)

martedì 21 agosto 2012

Elaborazioni infantili

Sapevo che i bambini elaborano attraverso il gioco le loro esperienze emotive, ma vedere tuo figlio nel bel mezzo di un gioco legato ad una sua esperienza negativa, ti fa davvero venire i brividi. Ultimamente mi è capitato di cogliere Dolcefolletto a giocare a fare "l'anestesia totale" al peluche Winnie The Pooh (!).
All'inizio pensavo che volesse dargli da mangiare, ma poi vedevo che aveva preso un oggetto a forma conica e lo stava appoggiando dalla parte del diametro più ampio sul naso della bambola. Se avesse voluto imitare il biberon lo avrebbe utilizzato al contrario e sulla bocca. Mi sono incuriosita a questo suo strano gioco perchè mentre si "prendeva cura della bambola" faceva dei versi strani, come di un lamento, e così ho osservato quello che stava facendo. Io e il suo papà abbiamo capito che stava ricordando l'esperienza vissuta qualche giorno prima in ospedale, quando gli hanno fatto l'anestesia totale. Il fatto che lui facesse quel gioco, in completa autonomia, tranquillità e apparentemente senza curarsi della nostra presenza ci ha fatto molta impressione, e il nostro sguardo si è velato di tristezza. Penso tuttavia che sia un fatto positivo che il piccolo elabori quella sua brutta avventura attraverso i mezzi a sua disposizione, e che noi possiamo essere lì, accanto a lui, e pensare in qualche modo di poterlo così supportare, non avendo potuto proteggerlo completamente allora.

giovedì 9 agosto 2012

All'ospedale

Siamo appena tornati da un ricovero in ospedale dove Vivacefolletto ha subito una piccola operazione a un dito, la seconda nel giro di un mese e mezzo. Pensavo di essere preparata, dato che si trattava della seconda volta. Questa volta pero' il tutto e' durato "solo" venti minuti, l'anestesia quindi è stata molto breve. Infatti, se l'altra volta il suo effetto era durato anche nelle ore successive all'intervento, questa volta invece, al risveglio, il nostro piccolo era assolutamente presente, incattivito, spaventatissimo, disperato. Non è facile da madre, e da padre, assistere i figli in questi momenti. Non sei preoccupato tanto per la sofferenza fisica, quanto per quella psicologica. I bambini così piccoli, infatti, se è vero che fortunatamente tendono a dimenticare velocemente i momenti brutti, il dolore momentaneo, nel momento in cui si trovano ad affrontarlo, non hanno gli strumenti per fronteggiarlo. Ovviamente non capiscono che il male che provano in quel momento è funzionale ad un migliore stato di salute dopo. La reazione istintiva che innescano è duplice, di aggressivita' e allo stesso tempo di bisogno di protezione.
Non potevamo accompagnarlo in sala operatoria, per cui ci è entrato da solo in braccio alle infermiere. Da lì è cominciato un pianto disperato che si sentiva anche dall'interno dell'ascensore in cui siamo entrati per salire al piano superiore. "Mamma, mamma!" gridava, e a me mi si stringeva il cuore. E' difficile tenere i nervi saldi in quei momenti, cerchi di mettere in campo tutta la razionalità di cui sei dotata, cerchi di essere forte, eppure, eppure....ti senti in colpa. Perchè lui ha bisogno di te e tu non puoi stare con lui, pur sapendo benissimo che è un momento necessario, che non puoi fare di più.
Quando l'intervento è finito, siamo andati a prenderlo all'ingresso della sala operatoria, era molto spaventato, agitato, continuava a dire "bua, bua..." e cercava di togliersi le fasciature. Cercava consolazione da me ma allo stesso tempo allontanava tutti perchè aveva paura, anche di noi. E' difficile mantenere la calma, capire quanto veramente senta dolore, consolarlo e, infine, calmarlo. Ci siamo riusciti e un'oretta dopo era già tornato quasi normale, pur provato dal grande stress. Nonostante questo non ha più dormito fino alla sera, tante sono le sue riserve di energia!!

domenica 5 agosto 2012

Vi presento....

Nella nostra bella famigliola spicca lui, alto, di un certo fascino, dalla corporatura robusta, alla quale mi posso aggrappare con saldezza, o questa è la mia sensazione. E' papisantoquasisubito che, se non ci fosse lui non so come farei, e non solo perche', ovviamente, vivendo nel suo Paese, padroneggia la lingua del luogo, così da potermi appoggiare per qualsiasi cosa, ma soprattutto per la sua pazienza e affabilita'.
Se non ci fosse lui che accompagna la nostra piccola creatura durante le visite mediche, perchè ebbene sì, io ho sempre avuto una certa paura dei dottori.....che lo medica con fare sicuro e paziente quando si fa le bue, che riesce a sgridarlo quando ha i momenti di crisi capricciose riuscendo a farsi strappare un "sì ho capito" con il capo, dritto negli occhi, (mentre io quando va bene riesco a farmi dare una carezza e un bacino....accidenti alla complicità mamma-bambino!), che e' sempre presente nel momento delicato prima della nanna, che sopporta i miei umori altalenanti, che....insomma, ammetto che, se non ci fosse lui, non so come farei.

E poi.....lui, vivacefolletto, piccolo dolce essere onnipresente, carico di energie, a volte piu' di quante ne abbiamo io e il padre messi insieme,che si sveglia la mattina sorridendo, che ama la compagnia, che riesce a interagire e tenere testa ai bambini molto piu' grandi di lui (oops....a dire la verità si tratta per lo più di bambine!....), che a due anni mostra un grande interesse per i numeri e l'ABC, che la sera non vorrebbe mai andare a dormire, che non sta mai fermo, che ama il gelato e il riso, adora l'acqua ma ha paura delle onde del mare, che mi esaurisce, che mi carica, che mi ammalia, ma a volte anche infastidisce, ma soprattutto....che c'è, esiste e da quando è arrivato in questo mondo, tutto non è più stato come prima.

Infine ci sono io, mammangel, essere pensante, molto pensante, a volte troppo pensante. Quando sono in fase pensante mi estraneo dal mondo, non di rado mi incupisco, perchè in quei momenti i pensieri si fanno spesso seri e allora può capitare di tutto per cui è meglio che gli altri si guardino bene dall'avvicinarsi. Altre volte invece posso essere anche molto gioiosa, giocosa, affettuosa, leggera, sorridente, comprensiva e comunicativa.
Faccio la mamma quasi a tempo pieno, ed è, a volte, davvero snervante. Le gioie sono molte ma molte sono anche le difficoltà. Vivo in un Paese, il Giappone, in cui la maternità è considerata come un compito importantissimo, in cui le madri sono nella maggior parte dei casi completamente votate ai figli e alla famiglia. Lo fanno con entusiasmo, mettendo in campo una pazienza e una grazia invidiabili. Le ammiro, ma non provo nemmeno a emularle, perchè io semplicemente non sono così.


sabato 4 agosto 2012

Presentazioni

Metteteci una buona dose di "sicuramente lo abbiamo un po' viziato"; metteteci che e' il piu' piccolo in casa con mamma, papa' e nonni paterni; aggiungeteci una buona dose di carattere che comincia a emergere dall'alba dei suoi due anni con forti sfumature da leader, all'insegna del "so quello che voglio" e del "bisogna fare come dico io, altrimenti non va bene", e avete ottenuto la miscela esplosiva: in casa, e non solo, comanda lui!

La creatura di cui parlo e' il mio bambino, che ha compiuto da poco due anni. Man mano che cresce, mi sembrano sempre più lontani i momenti idilliaci vissuti durante il suo primo anno di vita. Sì, proprio così, idilliaci, perché per me il suo primo anno di vita è stato meraviglioso, il periodo più bello e pieno della mia vita. Il suo secondo anno, invece, è stato un po' meno idilliaco e adesso, all'inizio del suo terzo anno, mi ritrovo ad ammettere, contrariamente a quello che avevo immaginato, di vivere momenti di grande difficoltà, in cui le dosi di pazienza che comunque si cerca di elargire a più non posso, non sempre sono sufficienti, e in cui, non solo in senso figurato, vorresti davvero essere in un altro posto. Con un grande MA! però, e cioé ti senti consapevole del fatto che così pensando sembreresti abdicare dal tuo ruolo educativo. Insomma, essere mamme, si rivela negli anni, un compito sempre più difficile, di cui, forse, non si parla abbastanza.

Questo blog nasce non come valvola di sfogo in cui riversare tutte le difficolta' quotidiane dell'essere mamma,  ma vorrebbe essere un luogo di riflessione sul ruolo genitorale, nei suoi aspetti educativi, affettivi e di conciliazione con i propri desideri, sogni, lavoro.