mercoledì 19 settembre 2012

Bimbo mio fai la nanna!..... (ti prego....)

Questa sera siamo riusciti a mettere a letto il nostro bambino prima del solito, per fortuna. Ultimamente non si riusciva a metterlo a letto prima delle 11.30 di sera, e penso che se si continua in questo modo, non dureremo a lungo. Io e mio marito siamo sfiniti. La sera, che dovrebbe essere il momento in cui possiamo rilassarci un po', sta diventando davvero un incubo. Il piccolo sembra che proprio non ne abbia voglia di andare a dormire, vorrebbe sempre giocare! E' vero anche che in effetti lo abbiamo abituato noi così, del resto la mattina non lo facciamo alzare presto e così tutta l'ora della nanna si e' spostata in avanti. Da oggi cambio! mi sono detta, non possiamo andare avanti così! Spero di riuscirci.
Fino a qualche settimana fa era meno difficile farlo addormentare, ci si sdraiava con lui, si raccontava una storia, una canzoncina, e lui dopo un po' crollava. Ma ultimamente non funziona più e ogni volta sono pianti disperati. Noi vediamo che lui ha sonno e quindi lo lasciamo piangere anche un bel po' fino a che non cede e poi mi avvicino, gli racconto una storia, lo coccolo e lui si addormenta. Sono sempre stata contraria all'idea e alle teorie del far piangere i bimbi per farli dormire ma mi rendo conto che non si puo' sempre dargliele tutte vinte. Lui per sfinimento cede ma psicologicamente per lui e per noi e' dura davvero.
Scopro che ci sono anche modalita' diverse di affrontare la faccenda: mio marito tenderebbe a farlo piangere e basta, io invece dopo un po' sono portata a consolarlo. Attualmente stiamo adottando una via di mezzo, che implica anche il fatto che, sebbene non completamente d'accordo con le intenzioni dell'uno e dell'altra,  sentiamo che ci dobbiamo fidare reciprocamente, e questo comporta davvero un grande sforzo. Si ha sempre paura di sbagliare, e in due, forse, si ha la sensazione di supportarsi a vicenda, anche se ci sono dei momenti in cui davvero i nervi di tutti sono messi a dura prova.
E' proprio vero che ci  vuole una pazienza infinita con i bambini!

mercoledì 12 settembre 2012

L'inserimento all'asilo?

Leggo oggi sulla rubrica "La 27ma ora" del Corriere della Sera, dal titolo "I bamboccioni cominciano all'asilo", che anche alle scuole materne e' previsto un periodo di inserimento, ossia una settimana circa in cui uno dei due genitori "deve" stare in classe almeno un'ora con il figlio per permettergli di superare in modo meno traumatizzante il distacco. Giustamente l'articolo critica in modo costruttivo tale pratica, perche' nella maggior parte dei casi non giustificata e soprattutto tipica di un atteggiamento iperprotettivo tutto italiano.
Sono assolutamente d'accordo con il fatto che i bambini dovrebbero essere lasciati a gestire con maggiore autonomia le diverse situazioni come anche l'inizio della scuola. Nell'articolo si fa riferimento al fatto che in altri Paesi questa prassi non sussiste. E' vero. E diro' che in Giappone, l'inserimento non e' previsto nemmeno per il nido! Mio figlio ha iniziato il nido a 18 mesi, quando l'ho iscritto ho chiesto se era previsto un programma di inserimento (sinceramente mi sarebbe piaciuto farlo...). Le maestre mi hanno guardato come se stessi chiedendo una cosa astrusa e mi hanno detto tranquillamente che non era previsto niente del genere. Semplicemente i bambini quando si deve, si portano e tanti saluti! Le maestre sono abbastanza brave a gestire anche le situazioni difficili.
Diro' di più: l'anno scorso ho anche partecipato alla cerimonia di inizio della scuola materna di una figlia di una amica. Ebbene sì, il primo giorno di scuola materna, tutti i "primini" con i genitori vestiti a festa vengno convocati in aula magna dove vengono presentati loro gli insegnanti e il programma annuale della scuola. La direttrice ha fatto loro un bel discorso, chiaro ma con molta dolcezza. Ha detto loro che dal giorno seguente sarebbero dovuti venire a scuola senza genitori - sì, perche qui le scuole materne hanno quasi tutte gli scuola-bus che prelevano i bambini di fronte alle loro case e li portano a scuola per poi riportarli alla fine dell'orario- e che non avrebbero dovuto piangere. "Non piangerete vero?" ha chiesto loro con fare materno. E loro, in coro, hanno assicurato che no, non avrebbero pianto.

Insomma, qui non si fanno molti problemi, tanto meno le mamme. Sono abituati così e i bambini crescono in effetti molto più autonomi.