venerdì 11 gennaio 2013

Prove di interpretariato

Dobbiamo fare una premessa. Dolcefolletto sta crescendo in un ambiente bilingue: il papà e la mamma gli parlano in italiano, tutti gli altri (nonni, maestre dell'asilo, amici e amichetti), gli parlano in Giapponese.
Dunque, lui nonostante i suoi due anni suonati, non si espreme ancora bene, non riesce ancora a formulare una frasetta. Credo che sia timoroso di esprimersi perchè capisce che la lingua che si parla a casa non è quella che si parla fuori. Parla per parole singole, se ha fame "Pappa, ciccina, zuruzuru (ovvero gli spaghetti)", se ha sete dice semplicemente "acqua". Se ha sonno "nanne", se vuole ascoltare la musica "cd", se vuole vedere il video "anpanman" (che sarebbe un personaggio dei cartoni molto famoso in Giappone, e con il cui nome lui identifica anche l'oggetto attraverso cui vede i cartoni, ossia Pc o Ipad), insomma, si capisce che il suo linguaggio è ancora ai primordi e che va intrepretato sempre.
Capita così che a volte mi chiede qualcosa, e io, colta alla sprovvista, mi accorgo che non capisco cosa vorrebbe. E allora, attivo tutte le energie per riportare alla mente le cose che gli piacciono, le cose che è abituato a fare ma non riesco ad associare nulla alla parola sconosciuta che lui sta pronunciando. E allora  gli chiedo "cosa vorresti?" e lui ancora ripete la sua parolina sconosciuta, e io, ormai in preda al senso di colpa, perchè io dovrei sapere cosa mi dice, cosa mi chiede -accidenti! - prendo tempo "..ehm, si, un attimo, dunque, tu vorresti?....ripetimi un po' che non ho sentito bene..." insomma, lui in preda alla frustrazione, comincia ad  essere insistente, fino a che mi fa capire a gesti, portandosi al luogo in cui si dovrebbe trovare la cosa che vorrebbe (di solito qualcosa da mangiare o un gioco), e cosi, dopo un po' riesco a scoprire di cosa si trattava.

Aiuto! Ma quando è che comincerà ad esprimersi a modo?!?

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