Ovvero, della fatica di essere mamma quasi a tempo pieno e in un paese straniero
domenica 20 gennaio 2013
Empatia
Stasera sono uscita a cena con le amiche, e Dolcefolletto è rimasto a casa con papà e i nonni.
Tornata a casa ho trovato tutti intenti a guardare un film. Verso la fine del film, c'era una scena in cui un bambino stava per morire tra le braccia della madre. Dolcefolletto guardava con molta attenzione e si è girato verso di noi, dicendo qualcosa come "guarda!", poi è voluto venire in braccio a me, a cercare protezione - evidentemente si era immedisimato nel povero bambino del film. Alla fine del film ha commentato "Kowai ne!" che significa "Che paura vero!". Ovviamente il film fortunatamente è finito bene, e quindi lui si è tranquillizzato ed è tornato a quella che è la sua normale attività: il gioco. Attualmente è molto interessato alle lettere dell'alfabeto e ai numeri. Ha cominciato a giocare con delle letterine cercando di metterle in ordine. Suo papà si è avvicinato e Dolcefolletto, che in questi momenti tanto dolce non è più, lo ha allontanato spingendolo via, facendogli capire che non voleva giocare con lui. Ogni tanto gli succede, si mette in contrapposizione con suo papà. Al che il poveretto, ha fatto finta di piangere, offeso per il comportamento del piccolo. Dolcefolletto, accortosi subito del suo comportamento non proprio gentile, ha lasciato il gioco, è andato da suo papà, lo ha accarezzato sulla testa (come ha imparato da noi per consolare le persone), gli ha dato un bacio sulla bocca e poi ha voluto essere preso in braccio dicendo "braccio braccio" con quella sua vocina che quando ci si mette è davvero irresistibile. Il papà lo ha preso in braccio, e i due sono rimasti abbracciati per un paio di minuti. Il piccolino ha manifestato vero dispiacere per come si era comportato, il suo non era solo uno scusarsi da buon educato come faceva fino a poco tempo fa. La cosa ha stupito sia me che mio marito, che si è visibilmente commosso. Dolcefolletto dopo aver fatto pace con il suo papà è tornato al suo gioco porgendo delle letterine anche a lui, con l'intento di coinvolgerlo nel gioco attivamente.
Mammangel ha capito che dietro a quel caratterino vispo e furbetto, c'è un animo molto sensibile che sta emergendo.
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