Lui è il mio principe, e lui lo sa. Così dissi a una amica, anche lei mamma di un maschietto treenne, e non mi sbagliavo.
Una sera a cena, lui ha voluto che lo aiutassi a mangiare, e così è finita che si è fatto imboccare.
Nel piatto c'erano il riso a pezzettini di carne.
"Ciccina....gohan (riso).......ciccina.........gohan......" Gli propongo due volte il riso...."ciccina!.... " e poi "gohan......ciccina.....gohan..." E via così, ad ogni boccone mi diceva cosa voleva come prossimo.
Ad un certo punto, stufa di questo atteggiamento, gli dico "guarda che la mamma non e' mica la tua serva!!" E lui, un po' sorpreso ma con aria tranquilla "Perché?"
Quando i bambini vengono fuori con queste espressioni, non si può che sorridere e arrendersi alla loro innocenza e spontaneità.
Ovvero, della fatica di essere mamma quasi a tempo pieno e in un paese straniero
venerdì 6 dicembre 2013
lunedì 11 novembre 2013
A noi la geometria.....piace!!!
raggrupparli e dipsorli in ordine cosi.............
un cerchio, un quadrato, un triangolo
Senza parole
Ieri sera è successo un fatto che mi ha colpito tantissimo. Stavamo preparandoci per la nanna, quando mio marito e la sua famiglia si riuniscono nella sala accanto per discutere di cose di lavoro. Il tema non era leggero ed io, che non mi aspettavo una riunione in tarda serata, sono rimasta colpita e ho iniziato a preoccuparmi un pochino. Dovendo tenere a bada il mio piccolo treenne che non andrebbe mai a nanna, ho iniziato a giocare con lui facendo finta di nulla, cercando di nascondere le mie emozioni. Lui si è concentrato molto nel gioco, con un fare molto attivo che mi ha fatto capire che qualcosa aveva captato. Finchè ad un certo punto mi chiede di fare una cosa, tagliare un albero di Natale disegnato su un foglio, salvo poi dirmi che non dovevo tagliarlo cosi e si mette a piangere. Ha pianto molto, sembrava un pianto liberatorio e io ho capito che stava sfogando la tensione che aveva captato in aria. Allora io non potevo fare finta di nulla e gli ho chiesto:
"Sei preoccupato?"
"Si...."
"Perchè ojiijan (il nonno) e il papà sono di là a parlare?"
"No"
"Perchè allora?.....Perchè la mamma è preoccupata?"
"Si!"e piange "Mamma solo, mamma solo!"
Il suo linguaggio non è ancora affinato, e quindi quel "Mamma solo" poteva essere un "solo la mamma è preoccupata" oppure "sono preoccupato solo per la mamma". Propendo per la seconda, e pensandoci la cosa mi impressiona molto, non solo per la sensibilità che dimostra, ma soprattutto perchè ho capito che in qualche modo lui si sente investito di un qualche bisogno o necessità di proteggere me. Non è una cosa nuova questa, ho già sentito altre amiche che hanno figli maschi osservare questo fatto, cioè quanto i loro cuccioli sentano la sofferenza delle madri e a loro modo cerchino di proteggerle. Non so se questo succeda anche con le figlie femmine, ma probabilmente si. In ogni caso credo questo succeda quando tra madre e bambino si instaura un legame molto forte, e capisci che il lagame simbiotico tra di essi non si limita ai primissimi mesi di vita del cucciolo, ma continua ben oltre.
"Sei preoccupato?"
"Si...."
"Perchè ojiijan (il nonno) e il papà sono di là a parlare?"
"No"
"Perchè allora?.....Perchè la mamma è preoccupata?"
"Si!"e piange "Mamma solo, mamma solo!"
Il suo linguaggio non è ancora affinato, e quindi quel "Mamma solo" poteva essere un "solo la mamma è preoccupata" oppure "sono preoccupato solo per la mamma". Propendo per la seconda, e pensandoci la cosa mi impressiona molto, non solo per la sensibilità che dimostra, ma soprattutto perchè ho capito che in qualche modo lui si sente investito di un qualche bisogno o necessità di proteggere me. Non è una cosa nuova questa, ho già sentito altre amiche che hanno figli maschi osservare questo fatto, cioè quanto i loro cuccioli sentano la sofferenza delle madri e a loro modo cerchino di proteggerle. Non so se questo succeda anche con le figlie femmine, ma probabilmente si. In ogni caso credo questo succeda quando tra madre e bambino si instaura un legame molto forte, e capisci che il lagame simbiotico tra di essi non si limita ai primissimi mesi di vita del cucciolo, ma continua ben oltre.
sabato 2 novembre 2013
Iikko, iikko
In macchina:
Io finisco un budino di gelatina che lui non ha voluto
Lui, mentre mi osserva: "mangiato tutto?"
Io:"si, ti dispiace?"
Lui: "noo.....iikko, iikko!"
Io: "????!!!" (In giapponese iikko significa bravo/a bambino/a)
"Caro, la mamma non è un bambino!"
Lui: "Oscar e' un bambino!!"
Io: "si, tu sei un bambino e io.......beh la mamma e' la mamma! Capito?"
Lui: "si. Capito."
Ma che belle cose che impara all'asilo! Se si mangia tutto, tutti a dire "bravo bambino, bravo bambino."
il bello e' che lo dice anche quando mangia le caramelle. " tutto mangiato! Iikko, iikko ne!" (Tradotto "ho mangiato tutto, che bravo vero!")
Io finisco un budino di gelatina che lui non ha voluto
Lui, mentre mi osserva: "mangiato tutto?"
Io:"si, ti dispiace?"
Lui: "noo.....iikko, iikko!"
Io: "????!!!" (In giapponese iikko significa bravo/a bambino/a)
"Caro, la mamma non è un bambino!"
Lui: "Oscar e' un bambino!!"
Io: "si, tu sei un bambino e io.......beh la mamma e' la mamma! Capito?"
Lui: "si. Capito."
Ma che belle cose che impara all'asilo! Se si mangia tutto, tutti a dire "bravo bambino, bravo bambino."
il bello e' che lo dice anche quando mangia le caramelle. " tutto mangiato! Iikko, iikko ne!" (Tradotto "ho mangiato tutto, che bravo vero!")
lunedì 23 settembre 2013
Mattina, ore 5.30
E poi ti svegli una mattina, anzi ti sveglia, lui, con la sua dolce vocina, e ti dice con un gran sorriso "mamma...",
e io "si?"
"ho fame"
e tu guardi l'ora, ma sono solo le 5.30 del mattino, e lui ha gia fame....
ci provi "E' ancora presto per mangiare, dai su, facciamo ancora un po' di nanna"
Lui ti guarda beato, sembra felice di vederti e tu pensi invece che vorresti dormire ancora un po' dato che ieri sera hai fatto tardi. Eh gia', pensi, in effetti, ieri sera quando lui si e' addormentato, non c'eri, C'era solo il suo papa'. Tu eri fuori, in compagni di persone amanti del vino italiano, e tu, a fare un po' di Public Relation.....a fare conoscenze, che non si sa mai.
Lui mi cercava, mi ha detto suo papa' quando sono tornata.
Ora, mi chiedo: la sveglia all'alba, che capita raramente per fortuna, non sara' mica dovuta al fatto che avesse paura che io non ci fossi anche al suo risveglio? Il suo sorriso beato e pacifico che mi ha regalato all'alba, vedendomi, e il suo incredibile buon umore nelle ore successive, mi fanno pensare cosi'.
Non so perche', ma mi sembra che ogni spazio un po' piu' largo che tu ti prenda o ti conceda, in qualche modo poi lo "paghi". Non so perche', ma mi sembra cosi'. Lui ha le sue abitudini, i suoi orari, i suoi piccoli riti, e se tu cambi qualcosa una volta, lui te lo fara' notare, in qualche modo.
e io "si?"
"ho fame"
e tu guardi l'ora, ma sono solo le 5.30 del mattino, e lui ha gia fame....
ci provi "E' ancora presto per mangiare, dai su, facciamo ancora un po' di nanna"
Lui ti guarda beato, sembra felice di vederti e tu pensi invece che vorresti dormire ancora un po' dato che ieri sera hai fatto tardi. Eh gia', pensi, in effetti, ieri sera quando lui si e' addormentato, non c'eri, C'era solo il suo papa'. Tu eri fuori, in compagni di persone amanti del vino italiano, e tu, a fare un po' di Public Relation.....a fare conoscenze, che non si sa mai.
Lui mi cercava, mi ha detto suo papa' quando sono tornata.
Ora, mi chiedo: la sveglia all'alba, che capita raramente per fortuna, non sara' mica dovuta al fatto che avesse paura che io non ci fossi anche al suo risveglio? Il suo sorriso beato e pacifico che mi ha regalato all'alba, vedendomi, e il suo incredibile buon umore nelle ore successive, mi fanno pensare cosi'.
Non so perche', ma mi sembra che ogni spazio un po' piu' largo che tu ti prenda o ti conceda, in qualche modo poi lo "paghi". Non so perche', ma mi sembra cosi'. Lui ha le sue abitudini, i suoi orari, i suoi piccoli riti, e se tu cambi qualcosa una volta, lui te lo fara' notare, in qualche modo.
venerdì 9 agosto 2013
Senza energie
Prendi un pomeriggio dopo l'asilo, dopo un temporale di quelli da farti sembrare di essere in piena stagione delle piogge. Umidita' incredibile (quasi il 90 % in alcune case!) dopo la fine della pioggia. Ma dove siamo? Non dovevamo essere in Hokkaido, luogo in Giappone che non conosceva la stagione delle piogge con la sua insopportabile umidita'?
Prendi tre mamme e tre bambini, di cui uno senza scarpe, un altro dotato di passeggino, un'altra abbastanza tanquilla ma estremamente insistente nelle sue seppur poche richieste. Prendi un festival di musica e danza con gruppi folkloristici provenienti da varie parti del mondo, con tante bancarelle piene di cibi variegati. Prendi la voglia delle mamme di divertirsi e svagarsi un po', la competizione dei tre bambini per l'unico e comodo passeggino, che doveva portare non solo almeno uno di loro ma possibilmente anche alcune borse. Prendi un giocoliere che a causa del sudore estremo non riusciva a eseguire come volveva i suoi numeri, le tre mamme in piedi a sopportare i suoi innumerevoli tentativi, i bambini un po' interessati, un po' neanche tanto, piu' interessati a fare a gara a chi poteva sedersi sul passeggino.
Prendi il momento della cena, supera il momento sempre molto lungo della scelta, poi della fila, poi del mangiare. Una granita a ciascun bambino ha consentito almeno alle mamme di mangiare in tranquillita'.
Prendi la fine del pomeriggio, le otto di sera. Due mamme dicono "Noi adesso dobbiamo andare", e l'altra, tu, a guardare tuo figlio che corre su e giu' per una scalinata, e pensare, "e questo come lo porto via di qui adesso?"
Ti armi di pazienza, come sempre, lo convinci ad incamminarsi, venti minuti di cammino con lui, passegino e due borse per arrivare alla macchina. Arrivi alla macchina, lui si e' gia' addormentato e tu fai altri venti minuti di strada per arrivare a casa. Sali in camera da letto, lasciando tutte le borse in macchina, portando solo l'indispensabile e lui, 15 chili di peso che ogni volta ti dici "ah, i miei tendini". Ti fiondi in camera da letto e distrutta ti addormenti. La mattina seguente ti senti ancora stanca e pensi "ma come facevo un volta quando stavo fuori anche quasi tutta la notte?Quando con mio marito si partiva il pomeriggio e si tornava la mattina presto presto successiva? Ed ora, un solo pomeriggio con il mio piccolo mi annienta completamente?" No, non ci riesco proprio ad arrendermi, a pensare che non ho sufficienti forze per fare le cose che vorrei fare, nonstante tutto. Ma ora capisco perche' quando si hanno bambini piccoli si finisce per stare tanto a casa....Ogni uscita con loro e' impresa quasi impossibile!!!!
Prendi tre mamme e tre bambini, di cui uno senza scarpe, un altro dotato di passeggino, un'altra abbastanza tanquilla ma estremamente insistente nelle sue seppur poche richieste. Prendi un festival di musica e danza con gruppi folkloristici provenienti da varie parti del mondo, con tante bancarelle piene di cibi variegati. Prendi la voglia delle mamme di divertirsi e svagarsi un po', la competizione dei tre bambini per l'unico e comodo passeggino, che doveva portare non solo almeno uno di loro ma possibilmente anche alcune borse. Prendi un giocoliere che a causa del sudore estremo non riusciva a eseguire come volveva i suoi numeri, le tre mamme in piedi a sopportare i suoi innumerevoli tentativi, i bambini un po' interessati, un po' neanche tanto, piu' interessati a fare a gara a chi poteva sedersi sul passeggino.
Prendi il momento della cena, supera il momento sempre molto lungo della scelta, poi della fila, poi del mangiare. Una granita a ciascun bambino ha consentito almeno alle mamme di mangiare in tranquillita'.
Prendi la fine del pomeriggio, le otto di sera. Due mamme dicono "Noi adesso dobbiamo andare", e l'altra, tu, a guardare tuo figlio che corre su e giu' per una scalinata, e pensare, "e questo come lo porto via di qui adesso?"
Ti armi di pazienza, come sempre, lo convinci ad incamminarsi, venti minuti di cammino con lui, passegino e due borse per arrivare alla macchina. Arrivi alla macchina, lui si e' gia' addormentato e tu fai altri venti minuti di strada per arrivare a casa. Sali in camera da letto, lasciando tutte le borse in macchina, portando solo l'indispensabile e lui, 15 chili di peso che ogni volta ti dici "ah, i miei tendini". Ti fiondi in camera da letto e distrutta ti addormenti. La mattina seguente ti senti ancora stanca e pensi "ma come facevo un volta quando stavo fuori anche quasi tutta la notte?Quando con mio marito si partiva il pomeriggio e si tornava la mattina presto presto successiva? Ed ora, un solo pomeriggio con il mio piccolo mi annienta completamente?" No, non ci riesco proprio ad arrendermi, a pensare che non ho sufficienti forze per fare le cose che vorrei fare, nonstante tutto. Ma ora capisco perche' quando si hanno bambini piccoli si finisce per stare tanto a casa....Ogni uscita con loro e' impresa quasi impossibile!!!!
Visitatori francesi all'asilo
Siamo in piene vacanze estive, eppure il mio pargoletto ha continuato ad andare alla materna tre giorni alla settimana. Ora abbiamo una settimana di vacanza piena e poi si ricomincia con l'orario completo. In Hokkaido, dove ci troviamo, le vacanze estive sono molto corte, putroppo o per fortuna....!? Mah, a noi al momento va bene cosi, mi piace il modo in cui le scuole qui tengono occupati i bambini e i ragazzi. Le scuole materne, inoltre, per migliorare il servizio a favore delle famiglie, continuano parte dell'attivita' anche durante il periodo estivo, solo per chi lo desidera. Danno cosi la possibilita' alle famiglie di lasciare i bambini quante ore desiderano e i giorni che desiderano pagando un cifra davvero irrisoria. Io ne ho approfittato, dato che un pochino di lavoro per me c'era anche in questo periodo. In piu' il mio piccolo ha avuto la possibilita' di stare in compagnia di altri bimbi, divertendosi.
Qualche giorno fa, andando a prenderlo all'uscita, vedo una famiglia nuova, di cui il padre occidentale. Lo ho salutato in inglese, ma non mi sono fermata a parlare, loro uscivano, io entravo. Ho chiesto alla maestra da dove venisse il signore e lei mi ha detto che era francese. Esco dall'asilo con mio figlio e mi avvio alla macchina. Accanto ad essa c'era la macchina della nuova famiglia e cosi mi fermo a fare quattro chiacchiere con loro. Da dove venite, abitate qui, ecc......Insomma, il signore francese mi dice che loro vivono in Francia, lui e' francese, la moglie giapponese e si trovano qui per le vacanze, dalla famiglia di lei. Le bambine, molto carine, frequentano per qualche giorno l'asilo, probabilmente perche' i genitori vogliono fare provare loro l'esperienza in un asilo giapponese anche solo per qualche giorno. Il signore tra l'altro parlava abbastanza bene anche l'italiano, in quanto aveva lavorato sei anni a Milano. Come e' piccolo il mondo!
Qualche giorno fa, andando a prenderlo all'uscita, vedo una famiglia nuova, di cui il padre occidentale. Lo ho salutato in inglese, ma non mi sono fermata a parlare, loro uscivano, io entravo. Ho chiesto alla maestra da dove venisse il signore e lei mi ha detto che era francese. Esco dall'asilo con mio figlio e mi avvio alla macchina. Accanto ad essa c'era la macchina della nuova famiglia e cosi mi fermo a fare quattro chiacchiere con loro. Da dove venite, abitate qui, ecc......Insomma, il signore francese mi dice che loro vivono in Francia, lui e' francese, la moglie giapponese e si trovano qui per le vacanze, dalla famiglia di lei. Le bambine, molto carine, frequentano per qualche giorno l'asilo, probabilmente perche' i genitori vogliono fare provare loro l'esperienza in un asilo giapponese anche solo per qualche giorno. Il signore tra l'altro parlava abbastanza bene anche l'italiano, in quanto aveva lavorato sei anni a Milano. Come e' piccolo il mondo!
giovedì 11 luglio 2013
Come si fa la pipi'
Siamo in pieno periodo di passaggio dal pannolino al vasino e l'impresa si sta rivelando molto ardua. Vuoi perche' io non vorrei insistere molto, vuoi perche' non so come organizzarmi, vuoi perche' al nido il mio piccolo probabilmente e' stato forzato un po' piu' del necessario.
Sta di fatto che in questi giorni, durante i nostri tentativi, si rifiuta di provare a sedersi sul vasino e soprattutto, sembra non volere proprio piu' fare la c.... Anche non insistendo troppo, ma concedendogli la possibilita' di farla nel pannolino, si rifiuta di farla e la trattiene, con relativo fastidio e mal di pancia. Mah, e' un momento delicato, lo capisco e quindi non voglio sforzarlo, credo che pero' sia positivo che riesca a trattenerla, significa che comincia a controllare lo stimolo, requisito necessario, a quanto so, per iniziare la fase dell'indipendenza dal pannolino.
Credo che, o dovro' togliergli il pannolino di brutto oppure avere ancora molta pazienza e procedere per tentativi.
Vedremo se le vacanze estive ci porteranno consiglio.....
Nel frattempo si assiste a momenti davvero simpatici, come ad esempio questo di qualche giorno fa:
Papa': Amore, che ne dici se il papa' ti fa vedere come si fa la pipi'?
Dolcefolletto: Uhm...siii!
Papa': Allora andiamo insieme in bagno, dai che ti faccio vedere...
Dolcefolletto era gia' pronto a fiondarsi in bagno col suo papa' quando un riflesso condizionato gli ha ricordato che di solito, in bagno ci va con la mamma, dato che spesso non si e' che noi due, e quindi, non ci sono molte scelte.....(o rischi di non sapere cosa combina tuo figlio nell'altra stanza....)
Sembrava quindi in procinto di chiedere se anche io sarei andata con loro, tutti insieme appassionatamente, ma il papa', previdente, lo interrompe subito "ma la mamma non e' necessario che venga, sai, e' una cosa tra me e te, da uomini...."
E cosi' i due si chiudono in bagno e Mammangel divertita ascolta quello che confabulano..."vedi, cosi, cosi e cosi.....Quanta!!!...siii! Quanta! Uhm.....siii..."
Beh, in effeti da maschietti, e' meglio che se la sbrighino tra loro.....
Peccato pero' che per Dolcefolletto rimane la curiosita' ma non manifesta ancora la voglia di emulare....
Sta di fatto che in questi giorni, durante i nostri tentativi, si rifiuta di provare a sedersi sul vasino e soprattutto, sembra non volere proprio piu' fare la c.... Anche non insistendo troppo, ma concedendogli la possibilita' di farla nel pannolino, si rifiuta di farla e la trattiene, con relativo fastidio e mal di pancia. Mah, e' un momento delicato, lo capisco e quindi non voglio sforzarlo, credo che pero' sia positivo che riesca a trattenerla, significa che comincia a controllare lo stimolo, requisito necessario, a quanto so, per iniziare la fase dell'indipendenza dal pannolino.
Credo che, o dovro' togliergli il pannolino di brutto oppure avere ancora molta pazienza e procedere per tentativi.
Vedremo se le vacanze estive ci porteranno consiglio.....
Nel frattempo si assiste a momenti davvero simpatici, come ad esempio questo di qualche giorno fa:
Papa': Amore, che ne dici se il papa' ti fa vedere come si fa la pipi'?
Dolcefolletto: Uhm...siii!
Papa': Allora andiamo insieme in bagno, dai che ti faccio vedere...
Dolcefolletto era gia' pronto a fiondarsi in bagno col suo papa' quando un riflesso condizionato gli ha ricordato che di solito, in bagno ci va con la mamma, dato che spesso non si e' che noi due, e quindi, non ci sono molte scelte.....(o rischi di non sapere cosa combina tuo figlio nell'altra stanza....)
Sembrava quindi in procinto di chiedere se anche io sarei andata con loro, tutti insieme appassionatamente, ma il papa', previdente, lo interrompe subito "ma la mamma non e' necessario che venga, sai, e' una cosa tra me e te, da uomini...."
E cosi' i due si chiudono in bagno e Mammangel divertita ascolta quello che confabulano..."vedi, cosi, cosi e cosi.....Quanta!!!...siii! Quanta! Uhm.....siii..."
Beh, in effeti da maschietti, e' meglio che se la sbrighino tra loro.....
Peccato pero' che per Dolcefolletto rimane la curiosita' ma non manifesta ancora la voglia di emulare....
lunedì 1 luglio 2013
Da ascoltare
Seguo da un po' Umberto Gallimberti, devo dire che mi piacciono le sue idee e teorie in materia di educazione dei giovani e dei bambini. In questa intervista parla dell'importanza dei primi tre anni del bambino per quanto riguarda la loro educazione emotiva. Credo che abbia ragione, i sentimenti si apprendono. Si tratta, attraverso l'amore e la cura costante dei bimbi, di insegnarli come amare, come prendersi cura delle cose e di se stessi.
Ma e' necessario che i genitori siano delle vere e proprie guide per i propri figli, e che il loro amore non sia autorefenziale ed egoistico, ma aperto e assolutamente rispettoso della individuaita' del bambino.
martedì 16 aprile 2013
Il ruolo di mamma
Ormai sono quasi tre che sono mamma, ma mi accorgo che non mi sono ancora abituata totalmente a questo ruolo. Anche perchè è un ruolo in continuo cambiamento, in cui gli aggiustamenti sono quasi all'ordine del giorno.
Da quando mio figlio è nato, io sono stata per lui nutrice, consolatrice, educatrice, interprete, organizzatore del suo/nostro tempo, ricercatrice di amici e amiche, accompagnatrice, compagna di giochi, tuttofare e tanto altro ancora. Sono passati quasi tre anni, ma tutto ciò è ancora valido, anzi in qualche modo mi sembra che le mansoni da svolgere invece di diminuire, come si potrebbe pensare, siano sempre di più. Lui cresce e così crescono anche tutte le cose intorno a lui: i suoi primi interessi e quindi gli impegni, il linguaggio, le amicizie, le emozioni e quindi l'emotività che lui però non sa assolutamente gestire, la curiosità che se non assecondata crea in lui frustrazioni inimmaginabili, la gelosia - per gli amichetti, per il papà - che va interpretata e continuamente mediata. E ancora la capacità di muoversi più autonomamente nel mondo esterno, ma nella totale inconsapevolezza dei pericoli.
E così ora mi trovo ad essere per lui, oltre a tutto ciò che sono stata fin dall'inizio, anche insegnante di lingue, insegnante di musica, organizzatrice di eventi e programmi, inserviente, psicologa e mediatrice, contenitrice di emozioni. Capisco quindi solo ora che cosa significhi davvero essere mamma, si tratta di un lavoro vero e proprio, di dover tenere a mente un sacco di cose, di dover pensare a cose che prima non avresti nemmeno immaginato di dover fare e soprattutto, che nessuno veramente ti prepara a questo. Ti accorgi anche che non è possibile stare ai margini della società, non è possibile esimersi dal fare molte cose che prima pensavi non avresti mai voluto fare.
Scopri che diventi il fulcro della famiglia, l'anello di congiunzione tra interno e esterno, tra loro (i famigliari) e gli altri. Che il centro del tuo mondo è la tua famiglia, e il resto, compresa te stessa, viene dopo.
E' difficile da accettare, lo capisci strada facendo e hai paura che ti abituerai completamente a questo ruolo troppo tardi, quando tuo figlio sarà ormai grande, prenderà la sua strada e tu ti ritroverai il vuoto intorno, come è successo a una mia amica che da sola con un unico figlio, se lo vede ora partire all'età di 16 anni perchè lui ha deciso di entrare nell'esercito. E' molto triste, lei e io penso che vorrei bastare a me stessa, che vorrei crescere un bambino, un ragazzo e infine un uomo che sappia prendere la sua strada, possibilmente una bella strada, ricca, che possa di riflesso arricchire la mia, ma non voglio soffrire quando ritornerò ad essere una, perchè penso che in fondo la mia vera natura, quella in cui mi trovo davvero a mio agio, sia essere una.
Da quando mio figlio è nato, io sono stata per lui nutrice, consolatrice, educatrice, interprete, organizzatore del suo/nostro tempo, ricercatrice di amici e amiche, accompagnatrice, compagna di giochi, tuttofare e tanto altro ancora. Sono passati quasi tre anni, ma tutto ciò è ancora valido, anzi in qualche modo mi sembra che le mansoni da svolgere invece di diminuire, come si potrebbe pensare, siano sempre di più. Lui cresce e così crescono anche tutte le cose intorno a lui: i suoi primi interessi e quindi gli impegni, il linguaggio, le amicizie, le emozioni e quindi l'emotività che lui però non sa assolutamente gestire, la curiosità che se non assecondata crea in lui frustrazioni inimmaginabili, la gelosia - per gli amichetti, per il papà - che va interpretata e continuamente mediata. E ancora la capacità di muoversi più autonomamente nel mondo esterno, ma nella totale inconsapevolezza dei pericoli.
E così ora mi trovo ad essere per lui, oltre a tutto ciò che sono stata fin dall'inizio, anche insegnante di lingue, insegnante di musica, organizzatrice di eventi e programmi, inserviente, psicologa e mediatrice, contenitrice di emozioni. Capisco quindi solo ora che cosa significhi davvero essere mamma, si tratta di un lavoro vero e proprio, di dover tenere a mente un sacco di cose, di dover pensare a cose che prima non avresti nemmeno immaginato di dover fare e soprattutto, che nessuno veramente ti prepara a questo. Ti accorgi anche che non è possibile stare ai margini della società, non è possibile esimersi dal fare molte cose che prima pensavi non avresti mai voluto fare.
Scopri che diventi il fulcro della famiglia, l'anello di congiunzione tra interno e esterno, tra loro (i famigliari) e gli altri. Che il centro del tuo mondo è la tua famiglia, e il resto, compresa te stessa, viene dopo.
E' difficile da accettare, lo capisci strada facendo e hai paura che ti abituerai completamente a questo ruolo troppo tardi, quando tuo figlio sarà ormai grande, prenderà la sua strada e tu ti ritroverai il vuoto intorno, come è successo a una mia amica che da sola con un unico figlio, se lo vede ora partire all'età di 16 anni perchè lui ha deciso di entrare nell'esercito. E' molto triste, lei e io penso che vorrei bastare a me stessa, che vorrei crescere un bambino, un ragazzo e infine un uomo che sappia prendere la sua strada, possibilmente una bella strada, ricca, che possa di riflesso arricchire la mia, ma non voglio soffrire quando ritornerò ad essere una, perchè penso che in fondo la mia vera natura, quella in cui mi trovo davvero a mio agio, sia essere una.
domenica 3 marzo 2013
Le verdure!
Un post sulle verdure. Ma ai bambini possono piacere le verdure crude?
Faccio una premessa: da un mese Dolcefolletto ha cambiato dieta al nido. Prima gli preparavo io il Bento, il tradizionale pasto che i giapponesi si portano da casa quando devono pranzare a scuola o al lavoro. Ho sempre cercato di dargli cose da mangiare che sapevo piacessero a lui, ma inserivo anche qualche verdura, ma mai cruda. Ad ogni modo lui mangiava tutto. Non ho mai insistito tuttavia con insalate, perchè secondo me ai bambini non piacciono proprio e gli ho sempre proposto verdure cotte.
Da quando all'asilo mangia il cibo che preparano lì e non quello portato da casa - per altro più fresco e anche vario, quindi benissimo così - pare che mangi anche l'insalata.
Ieri, sapendo che a pranzo ci sarebbe stata insalata, ho voluto accertarmi meglio se l'avesse mangiata o meno e le insegnanti mi hanno detto che lui mangia sempre tutto. Io, con un po' di sorpresa, ho detto loro che a casa lui non vuole assolutamente mangiare verdure crude. E loro mi hanno detto: "Guarda, ti facciamo vedere!" e hanno preso dal frigorifero della cucina l'insalata avanzata. Era fatta di pomodori e cetrioli. Me l'hanno fatta assaggiare e poi io ho provato a darla a mio figlio (insomma proprio non riuscivo a crederci...) e lui non ha aperto la bocca, rifiutandosi di mangiarla. Al chè la maestra, sorpresa, mi ha preso l'insalata e ha provato lei a darla a mio figlio, dicendogli "mangiala!", e lui, titubante e anche un po' schifato, mi sembava, ne ha mangiati tre bocconi. Io ero felicissima, per la prima volta lo vedevo mangiare qualcosa di diverso, ma anche un po' dispiaciuta perchè credo che per lui sia stato un po' umiliante, oltre al fatto che proprio sembrava non gradire quel cibo.
Insomma, la prova ha funzionato e ho capito che con le insegnanti non fa i capricci. "Tutti uguali" mi dice la maestra. Sarà....penso io. Sono ancora indecisa se provare anche io a introdurre piano piano le verdure quando mangia a casa, o accontentarmi del fatto che almeno all'asilo le mangia e aspettare che cresca un po'.
Certo sarebbe meglio cominciare con le buone abitudini già adesso.....
Faccio una premessa: da un mese Dolcefolletto ha cambiato dieta al nido. Prima gli preparavo io il Bento, il tradizionale pasto che i giapponesi si portano da casa quando devono pranzare a scuola o al lavoro. Ho sempre cercato di dargli cose da mangiare che sapevo piacessero a lui, ma inserivo anche qualche verdura, ma mai cruda. Ad ogni modo lui mangiava tutto. Non ho mai insistito tuttavia con insalate, perchè secondo me ai bambini non piacciono proprio e gli ho sempre proposto verdure cotte.
Da quando all'asilo mangia il cibo che preparano lì e non quello portato da casa - per altro più fresco e anche vario, quindi benissimo così - pare che mangi anche l'insalata.
Ieri, sapendo che a pranzo ci sarebbe stata insalata, ho voluto accertarmi meglio se l'avesse mangiata o meno e le insegnanti mi hanno detto che lui mangia sempre tutto. Io, con un po' di sorpresa, ho detto loro che a casa lui non vuole assolutamente mangiare verdure crude. E loro mi hanno detto: "Guarda, ti facciamo vedere!" e hanno preso dal frigorifero della cucina l'insalata avanzata. Era fatta di pomodori e cetrioli. Me l'hanno fatta assaggiare e poi io ho provato a darla a mio figlio (insomma proprio non riuscivo a crederci...) e lui non ha aperto la bocca, rifiutandosi di mangiarla. Al chè la maestra, sorpresa, mi ha preso l'insalata e ha provato lei a darla a mio figlio, dicendogli "mangiala!", e lui, titubante e anche un po' schifato, mi sembava, ne ha mangiati tre bocconi. Io ero felicissima, per la prima volta lo vedevo mangiare qualcosa di diverso, ma anche un po' dispiaciuta perchè credo che per lui sia stato un po' umiliante, oltre al fatto che proprio sembrava non gradire quel cibo.
Insomma, la prova ha funzionato e ho capito che con le insegnanti non fa i capricci. "Tutti uguali" mi dice la maestra. Sarà....penso io. Sono ancora indecisa se provare anche io a introdurre piano piano le verdure quando mangia a casa, o accontentarmi del fatto che almeno all'asilo le mangia e aspettare che cresca un po'.
Certo sarebbe meglio cominciare con le buone abitudini già adesso.....
venerdì 8 febbraio 2013
Due anni e mezzo
Il mese scorso Dolcefolletto ha compiuto 30 mesi. Due anni e mezzo.
Vorrei fare un punto della sirtuazione:
-bambino vispo, molto curioso, dal carattere positivo e volitivo. Se vuole una cosa o vuole fare una cosa, non c'è verso di fargli cambiare idea, se non arrabbiandosi e impuntandosi. Inutili le spiegazioni, a questa età ancora non le capiscono. Il NO secco è molto frustrante per loro, ma a volte non ci sono alternative. Però dispiace, perchè vorresti che capissero. Sarebbe tutto più semplice.
Le mie amiche mamme che hanno i figli ormai grandi, mi dicono, goditi tuo figlio finchè è ancora piccolo, poi vedrai come cresce in fretta e...addio coccole. Sarà vero, anzi sicuramente è vero, ma sinceramente io non vedo l'ora in cui potrò parlarci normalmente, senza dover ricorrere a questo linguaggio fatto ancora di concetti base a misura di bimbo e espressività mimico-facciale.
Fortunatamente Dolcefolletto è molto curioso e intelligente. Sta imparando molte cose, adesso è tutto preso dall'alfabeto e i numeri. Ha imparato a leggere le lettere dell'alfabeto grazie ai filmati educativi che si trovano su Internet, cosi anche i numeri che sa leggere in tre lingue. Adesso sta imparando quelli da 11 a 20. Difficile ancora per lui.
-attaccamento alla mamma ancora piuttosto forte, ultimamente più che mai, probabilmente per uno spavento provato una settimana fa per una forte scossa di terremoto che ci ha fatto alzare in piena notte. Risultato, io non posso neanche andare in un'altra stanza che lui inizia a urlare come un matto: ieri, mentre ero in bagno, non vedendomi, sì è lanciato di corsa giù per le scale. Cosa tra l'altro pericolosissima. Non so nemmeno come abbia fatto! Poverino. E così bisogna armarsi di tanta pazienza, assecondarlo,rassicurarlo.....ma che fatica! Sempre per via di questo fatto, adesso per fare la nanna, non vuole solo me anche il papà. Assolutamente, e se prova ad allontanarsi sono pianti disperati.
Ci sono donne, almeno qui in Giapponne ce ne sono parecchie mi pare, che sembrano trovare la felicità nello stare sempre accanto alle loro creature. Tanto che ogni minimo distacco può essere un problema per loro. Per me non è così, io sono più indipendente e autonoma. Sono contenta di avere il mio piccolo vicino, ma allo stesso tempo non ho sempre la pazienza e le risorse giuste (pazienza, inventiva ma anche durezza nell'educazione) per riuscire a stare con lui sempre tutto il giorno. Sento il bisogno di staccare da lui, ultimamente sempre più spesso. E' normale questo? Mi devo preoccupare?
Vorrei fare un punto della sirtuazione:
-bambino vispo, molto curioso, dal carattere positivo e volitivo. Se vuole una cosa o vuole fare una cosa, non c'è verso di fargli cambiare idea, se non arrabbiandosi e impuntandosi. Inutili le spiegazioni, a questa età ancora non le capiscono. Il NO secco è molto frustrante per loro, ma a volte non ci sono alternative. Però dispiace, perchè vorresti che capissero. Sarebbe tutto più semplice.
Le mie amiche mamme che hanno i figli ormai grandi, mi dicono, goditi tuo figlio finchè è ancora piccolo, poi vedrai come cresce in fretta e...addio coccole. Sarà vero, anzi sicuramente è vero, ma sinceramente io non vedo l'ora in cui potrò parlarci normalmente, senza dover ricorrere a questo linguaggio fatto ancora di concetti base a misura di bimbo e espressività mimico-facciale.
Fortunatamente Dolcefolletto è molto curioso e intelligente. Sta imparando molte cose, adesso è tutto preso dall'alfabeto e i numeri. Ha imparato a leggere le lettere dell'alfabeto grazie ai filmati educativi che si trovano su Internet, cosi anche i numeri che sa leggere in tre lingue. Adesso sta imparando quelli da 11 a 20. Difficile ancora per lui.
-attaccamento alla mamma ancora piuttosto forte, ultimamente più che mai, probabilmente per uno spavento provato una settimana fa per una forte scossa di terremoto che ci ha fatto alzare in piena notte. Risultato, io non posso neanche andare in un'altra stanza che lui inizia a urlare come un matto: ieri, mentre ero in bagno, non vedendomi, sì è lanciato di corsa giù per le scale. Cosa tra l'altro pericolosissima. Non so nemmeno come abbia fatto! Poverino. E così bisogna armarsi di tanta pazienza, assecondarlo,rassicurarlo.....ma che fatica! Sempre per via di questo fatto, adesso per fare la nanna, non vuole solo me anche il papà. Assolutamente, e se prova ad allontanarsi sono pianti disperati.
Ci sono donne, almeno qui in Giapponne ce ne sono parecchie mi pare, che sembrano trovare la felicità nello stare sempre accanto alle loro creature. Tanto che ogni minimo distacco può essere un problema per loro. Per me non è così, io sono più indipendente e autonoma. Sono contenta di avere il mio piccolo vicino, ma allo stesso tempo non ho sempre la pazienza e le risorse giuste (pazienza, inventiva ma anche durezza nell'educazione) per riuscire a stare con lui sempre tutto il giorno. Sento il bisogno di staccare da lui, ultimamente sempre più spesso. E' normale questo? Mi devo preoccupare?
Considerazioni sui duenni e asili nido
Ciao a tutti!
E' tanto che non scrivo. Dolcefolletto si sta trasformando in Dolcediavoletto, e se non gli si da una regolata, io potrei uscirne matta. Se non ci fosse l'asilo che ogni tanto mi salva, mi fa respirare un po', non so come farei. Sto facendo anche molta fatica a digitare le lettere sulla tastiera perchè lui, sì sempre lui ci ha rovesciato sopra un succo di frutta e ora i tasti sono tutti appiccicosi e induriti.
Mi sono convinta che un bambino a due anni è più che pronto per andare all'asilo, tipo materna, tutti i giorni e per almeno 6 ore. Trovo che il fatto che l'età di ingresso fissata a 3 anni, sia ormai una cosa superata. I bambini si divertono con gli altri bambini, imparano molte cose nuove e non stanno sempre attaccati alla mamma. E penso che, per poter dare questo ai bambini e allo stesso tempo permettere alle madri di lavorare, dover ricorrere nella maggior parte dei casi ai servizi privati, molto costosi, non sia una cosa giusta. E' discriminante su due fronti: primo,economico (!), secondo, nei riguardi delle madri, che si trovano bloccate per parecchio tempo, rischiando di perdersi - è cosi, per chi ha cambiato completamente vita in concomitanza con la nascita di un figlio, rimettersi in gioco, dall'inizio, è davvero difficile, e comunque qualsiasi cosa si faccia, la si deve fare con il tempo contanto, dettato dagli orari e attività del piccolo,senza poter dedicare la necessaria concentrazione alle cose sulle quali ci si vorrebbe impegnare, che sia ricerca di un lavoro, studio, aggiornamento, imparare qualcosa di nuovo, lavoro autonomo....
Vi assicuro non mi riconosco più: una volta ero capace di concentrarmi e fare molte cose in poco tempo, ora capita spesso che passino ore e mi sembra, quando c'è lui intorno, di non combinare nulla, se non il minimo indispensabile perchè le cose funzionino in casa.
Ad ogni modo mancano pochi mesi all'ingresso alla materna. In Giappone l'anno scolastico inizia ad aprile, e quindi in teoria tra due mesi Dolcefolletto potrebbe entrare iniziare. Tuttavia, siccome non avrà ancora compiuto i 3 anni, la direttrice mi dice che dovrebbe aspettare fino a giugno, ma non è ancora sicuro.
C'è un altro ma, però: è vero, comincerà la materna, ma in Giappone l'orario, che varia da scuola a scuola, non è in generale molto lungo. Infatti inzia alle 8.30 la mattina e finisce dopo pranzo alle13.30. Ci sarà lo Scuolabus che verrà a prendere mio figlio a casa la mattina intorno alle 8.00 e lo riporterà indietro alle 14.00 circa, quindi non è male, non ci sarà bisogno di andare a portarlo e prenderlo.
Le donne giapponesi che lavorano, tendono a mandare i propri figli al nido anche fino ai 6 sei anni, proprio perchè le materne non offrono un servizio diciamo, a "tempo prolungato". Ma a me non sembra una cosa buona per l'educazione dei bambini. Io ho pensato di usufruire del nido per le eventualità che non potranno essere coperte dall'orario della materna. Questo, dato che qui la figura della baby-sitter praticamente non esiste e tutti fanno affidamento sulle strutture, molte delle quali sono sempre aperte, 24h su 24.
E' tanto che non scrivo. Dolcefolletto si sta trasformando in Dolcediavoletto, e se non gli si da una regolata, io potrei uscirne matta. Se non ci fosse l'asilo che ogni tanto mi salva, mi fa respirare un po', non so come farei. Sto facendo anche molta fatica a digitare le lettere sulla tastiera perchè lui, sì sempre lui ci ha rovesciato sopra un succo di frutta e ora i tasti sono tutti appiccicosi e induriti.
Mi sono convinta che un bambino a due anni è più che pronto per andare all'asilo, tipo materna, tutti i giorni e per almeno 6 ore. Trovo che il fatto che l'età di ingresso fissata a 3 anni, sia ormai una cosa superata. I bambini si divertono con gli altri bambini, imparano molte cose nuove e non stanno sempre attaccati alla mamma. E penso che, per poter dare questo ai bambini e allo stesso tempo permettere alle madri di lavorare, dover ricorrere nella maggior parte dei casi ai servizi privati, molto costosi, non sia una cosa giusta. E' discriminante su due fronti: primo,economico (!), secondo, nei riguardi delle madri, che si trovano bloccate per parecchio tempo, rischiando di perdersi - è cosi, per chi ha cambiato completamente vita in concomitanza con la nascita di un figlio, rimettersi in gioco, dall'inizio, è davvero difficile, e comunque qualsiasi cosa si faccia, la si deve fare con il tempo contanto, dettato dagli orari e attività del piccolo,senza poter dedicare la necessaria concentrazione alle cose sulle quali ci si vorrebbe impegnare, che sia ricerca di un lavoro, studio, aggiornamento, imparare qualcosa di nuovo, lavoro autonomo....
Vi assicuro non mi riconosco più: una volta ero capace di concentrarmi e fare molte cose in poco tempo, ora capita spesso che passino ore e mi sembra, quando c'è lui intorno, di non combinare nulla, se non il minimo indispensabile perchè le cose funzionino in casa.
Ad ogni modo mancano pochi mesi all'ingresso alla materna. In Giappone l'anno scolastico inizia ad aprile, e quindi in teoria tra due mesi Dolcefolletto potrebbe entrare iniziare. Tuttavia, siccome non avrà ancora compiuto i 3 anni, la direttrice mi dice che dovrebbe aspettare fino a giugno, ma non è ancora sicuro.
C'è un altro ma, però: è vero, comincerà la materna, ma in Giappone l'orario, che varia da scuola a scuola, non è in generale molto lungo. Infatti inzia alle 8.30 la mattina e finisce dopo pranzo alle13.30. Ci sarà lo Scuolabus che verrà a prendere mio figlio a casa la mattina intorno alle 8.00 e lo riporterà indietro alle 14.00 circa, quindi non è male, non ci sarà bisogno di andare a portarlo e prenderlo.
Le donne giapponesi che lavorano, tendono a mandare i propri figli al nido anche fino ai 6 sei anni, proprio perchè le materne non offrono un servizio diciamo, a "tempo prolungato". Ma a me non sembra una cosa buona per l'educazione dei bambini. Io ho pensato di usufruire del nido per le eventualità che non potranno essere coperte dall'orario della materna. Questo, dato che qui la figura della baby-sitter praticamente non esiste e tutti fanno affidamento sulle strutture, molte delle quali sono sempre aperte, 24h su 24.
domenica 20 gennaio 2013
Empatia
Stasera sono uscita a cena con le amiche, e Dolcefolletto è rimasto a casa con papà e i nonni.
Tornata a casa ho trovato tutti intenti a guardare un film. Verso la fine del film, c'era una scena in cui un bambino stava per morire tra le braccia della madre. Dolcefolletto guardava con molta attenzione e si è girato verso di noi, dicendo qualcosa come "guarda!", poi è voluto venire in braccio a me, a cercare protezione - evidentemente si era immedisimato nel povero bambino del film. Alla fine del film ha commentato "Kowai ne!" che significa "Che paura vero!". Ovviamente il film fortunatamente è finito bene, e quindi lui si è tranquillizzato ed è tornato a quella che è la sua normale attività: il gioco. Attualmente è molto interessato alle lettere dell'alfabeto e ai numeri. Ha cominciato a giocare con delle letterine cercando di metterle in ordine. Suo papà si è avvicinato e Dolcefolletto, che in questi momenti tanto dolce non è più, lo ha allontanato spingendolo via, facendogli capire che non voleva giocare con lui. Ogni tanto gli succede, si mette in contrapposizione con suo papà. Al che il poveretto, ha fatto finta di piangere, offeso per il comportamento del piccolo. Dolcefolletto, accortosi subito del suo comportamento non proprio gentile, ha lasciato il gioco, è andato da suo papà, lo ha accarezzato sulla testa (come ha imparato da noi per consolare le persone), gli ha dato un bacio sulla bocca e poi ha voluto essere preso in braccio dicendo "braccio braccio" con quella sua vocina che quando ci si mette è davvero irresistibile. Il papà lo ha preso in braccio, e i due sono rimasti abbracciati per un paio di minuti. Il piccolino ha manifestato vero dispiacere per come si era comportato, il suo non era solo uno scusarsi da buon educato come faceva fino a poco tempo fa. La cosa ha stupito sia me che mio marito, che si è visibilmente commosso. Dolcefolletto dopo aver fatto pace con il suo papà è tornato al suo gioco porgendo delle letterine anche a lui, con l'intento di coinvolgerlo nel gioco attivamente.
Mammangel ha capito che dietro a quel caratterino vispo e furbetto, c'è un animo molto sensibile che sta emergendo.
venerdì 11 gennaio 2013
Prove di interpretariato
Dobbiamo fare una premessa. Dolcefolletto sta crescendo in un ambiente bilingue: il papà e la mamma gli parlano in italiano, tutti gli altri (nonni, maestre dell'asilo, amici e amichetti), gli parlano in Giapponese.
Dunque, lui nonostante i suoi due anni suonati, non si espreme ancora bene, non riesce ancora a formulare una frasetta. Credo che sia timoroso di esprimersi perchè capisce che la lingua che si parla a casa non è quella che si parla fuori. Parla per parole singole, se ha fame "Pappa, ciccina, zuruzuru (ovvero gli spaghetti)", se ha sete dice semplicemente "acqua". Se ha sonno "nanne", se vuole ascoltare la musica "cd", se vuole vedere il video "anpanman" (che sarebbe un personaggio dei cartoni molto famoso in Giappone, e con il cui nome lui identifica anche l'oggetto attraverso cui vede i cartoni, ossia Pc o Ipad), insomma, si capisce che il suo linguaggio è ancora ai primordi e che va intrepretato sempre.
Capita così che a volte mi chiede qualcosa, e io, colta alla sprovvista, mi accorgo che non capisco cosa vorrebbe. E allora, attivo tutte le energie per riportare alla mente le cose che gli piacciono, le cose che è abituato a fare ma non riesco ad associare nulla alla parola sconosciuta che lui sta pronunciando. E allora gli chiedo "cosa vorresti?" e lui ancora ripete la sua parolina sconosciuta, e io, ormai in preda al senso di colpa, perchè io dovrei sapere cosa mi dice, cosa mi chiede -accidenti! - prendo tempo "..ehm, si, un attimo, dunque, tu vorresti?....ripetimi un po' che non ho sentito bene..." insomma, lui in preda alla frustrazione, comincia ad essere insistente, fino a che mi fa capire a gesti, portandosi al luogo in cui si dovrebbe trovare la cosa che vorrebbe (di solito qualcosa da mangiare o un gioco), e cosi, dopo un po' riesco a scoprire di cosa si trattava.
Aiuto! Ma quando è che comincerà ad esprimersi a modo?!?
Dunque, lui nonostante i suoi due anni suonati, non si espreme ancora bene, non riesce ancora a formulare una frasetta. Credo che sia timoroso di esprimersi perchè capisce che la lingua che si parla a casa non è quella che si parla fuori. Parla per parole singole, se ha fame "Pappa, ciccina, zuruzuru (ovvero gli spaghetti)", se ha sete dice semplicemente "acqua". Se ha sonno "nanne", se vuole ascoltare la musica "cd", se vuole vedere il video "anpanman" (che sarebbe un personaggio dei cartoni molto famoso in Giappone, e con il cui nome lui identifica anche l'oggetto attraverso cui vede i cartoni, ossia Pc o Ipad), insomma, si capisce che il suo linguaggio è ancora ai primordi e che va intrepretato sempre.
Capita così che a volte mi chiede qualcosa, e io, colta alla sprovvista, mi accorgo che non capisco cosa vorrebbe. E allora, attivo tutte le energie per riportare alla mente le cose che gli piacciono, le cose che è abituato a fare ma non riesco ad associare nulla alla parola sconosciuta che lui sta pronunciando. E allora gli chiedo "cosa vorresti?" e lui ancora ripete la sua parolina sconosciuta, e io, ormai in preda al senso di colpa, perchè io dovrei sapere cosa mi dice, cosa mi chiede -accidenti! - prendo tempo "..ehm, si, un attimo, dunque, tu vorresti?....ripetimi un po' che non ho sentito bene..." insomma, lui in preda alla frustrazione, comincia ad essere insistente, fino a che mi fa capire a gesti, portandosi al luogo in cui si dovrebbe trovare la cosa che vorrebbe (di solito qualcosa da mangiare o un gioco), e cosi, dopo un po' riesco a scoprire di cosa si trattava.
Aiuto! Ma quando è che comincerà ad esprimersi a modo?!?
Iscriviti a:
Post (Atom)